Marzio Burigana è uno studente del Liceo Scientifico Benedetti di Venezia, vincitore della prima edizione della Reyer School Cup disputata nel 2014. Al termine dell’anno scolastico italiano, Marzio ha intrapreso un’ esperienza annuale di interscambio scolastico nello Stato di Washington, nell’ovest degli USA. Durante la sua avventura americana, Marzio ha avuto un ruolo da protagonista con la squadra della Orting Basketball High School, la sua scuola superiore americana, vincendo anche una partita con un tiro allo scadere contro Clover Park. Ora lo studente veneziano è tornato in Italia ed è pronto a debuttare nella Reyer School Cup 2015 e noi l’abbiamo intervistato su alcune tematiche riguardanti la scuola, la pallacanestro e il torneo scolastico Reyer:
Bentornato Marzio! Quali sono le aspettative della vostra squadra per la Reyer School Cup 2015? Sarà difficile riconfermarvi campioni? Temete qualcuno in particolare?
Quest’ anno la nostra è una squadra giovane e nuova quindi dovremmo lottare ogni partita e giocare insieme come una vera squadra per riuscire ad arrivare alle finali al Taliercio. Poi là si vedrà perché, essendo partite secche, non si sa mai cosa possa succedere. Sinceramente di scuole che dobbiamo temere non ce ne sono, ripeto dobbiamo solamente giocare insieme come una vera squadra e i risultati verranno da soli.
Ci racconti un po’ la tua esperienza nella High School americana di Washington? Quali sono le differenze principali tra lo sport praticato a scuola in America e in Italia?
Il mio programma di scambio è stato fantastico: la società americana mi ha accolto come un concittadino facendomi partecipare ad ogni attività, sia all’interno della scuola, che all’esterno. Ovviamente il sistema scolastico è molto diverso e volto al futuro lavorativo e ciò vale anche per il basket.
Scuola e basket vanno insieme, se non hai i voti sufficienti non giochi, anche se sei il fenomeno della squadra, se salti un allenamento sei fuori per la partita e se non vai a scuola non puoi allenarti o giocare. Tutto è legato insieme grazie a rapporti di fiducia reciproca e onestà. La sportività americana è completamente diversa da quella europea, non ho mai visto nessuno insultarsi in campo o fare il gioco sporco come, sfortunatamente, accade in italia e in Europa. Il gioco del basket è amato per quello che è, uno sport nel quale atletismo e sportività si sposano con onestà e lealtà.
Come sei entrato a far parte della squadra della tua High School? Ha avuto un sapore speciale segnare quel canestro decisivo per te? A scuola ti hanno festeggiato?
Per entrare in ogni squadra nelle High School bisogna compiere dei “try-outs”, ovvero dei provini, in cui tutti gli studenti con voti sufficienti, o con al massimo una materia insufficiente, possono accedervi. Durante questi tre giorni di try-outs, gli allenatori ti mettono alla prova per vedere di che stoffa sei fatto e, dopo duri allenamenti, viene pubblicata una lista con coloro che sono entrati a far parte delle due squadre: “Varsity”, ovvero la Prima Squadra e “Junior Varsity”, dove giocano i ragazzi del liceo meno prestanti. Io, per esempio, ero entrato in Varsity, ma alcuni miei amici giocavano anche con la squadra minore.
Quel canestro allo scadere, decisivo per la vittoria, è stato per me il coronamento di un’ esperienza fantastica. Appena arrivato in America ero conosciuto come giocatore di basket, nonostante abbia praticato anche football per i primi tre mesi del mio soggiorno americano, e nella mia scuola tutti mi parlavano di una squadra di basket fortissima, Clover Park, che nessuno aveva mai battuto, sperando che il mio arrivo sarebbe servito a qualcosa. Nella partita del girone di andata contro Clover Park abbiamo perso di 30 punti; nella partita di ritorno, che ci vedeva reduci da 4 vittorie consecutive, e, tra le altre cose, fissata il giorno della mia partenza (che ho poi posticipato), arriviamo al pareggio con 18 secondi dalla fine, palla in mano, nell’incredulità generale. Dopo il minuto da noi chiamato e dopo un passaggio, un mio amico perde la palla, io la recupero e segno facendo impazzire tutti; è stata una sensazione pazzesca che dubito proverò ancora nella mia vita. A scuola il giorno dopo mi aspettavano degli striscioni e tutti mi guardavano come se fossi una star: è stato fantastico!
La Reyer School Cup si avvicina al modello sportivo-scolastico proposto dalle High School americane?
La differenza sostanziale tra l’ Italia e l’ America sta nel fatto che in Italia gli studenti vanno a scuola per studiare, mentre in America lo sport è totalmente integrato nel percorso di formazione degli studenti durante le lezioni ordinarie, ma anche con corsi post scolastici. Credo che la Reyer, organizzando il torneo School Cup, abbia dato il via ad un’ iniziativa bellissima, che coinvolge le scuole di tutte la Regione e che si avvicina al modello formativo e sportivo americano, soprattutto dal punto di vista dell’aggregazione e dell’esperienza vissuta dagli studenti grazie al confronto con altri istituti scolastici.
La squadra del Liceo Scientifico G.B. Benedetti
Di seguito pubblichiamo una breve presentazione del roster del Liceo Benedetti di Venezia campione in carica fornita dall’addetto stampa d’Istituto Filippo Pfaiffer.
– Panaccione Orso Maria, ’99, 183cm, guardia, Carmini
– Rizzo Ciro, ’98, play, Carmini
– Crivellari Sebastano, ’97, 192cm, guardia, Reyer
– Burigana Marzio, ’97, 185cm, guardia, Carmini
– Todesco Riccardo, ’97, 189cm, Murano
– Pfaiffer Filippo, ’97, 160cm, guardia, Carmini
– Vianello Gianluca, ’97, 188cm, guardia, Alvisiana
– Garbeglio Marco, ’97, play, Virtus Lido
– Bassi Luca, ’97, guardia
– Ragazzi Giovanni, ’96, 190cm, ala, Virtus Lido
– Lucidi Nicolò, ’96, play, Murano
– Trapasso Giacomo, ’96, ala, Virtus Lido
– Bellato Luca, ’96, play, Virtus Lido
– Boscolo Filippo, ’95, 185cm, guardia, Alvisiana