Certo la staffetta partigiana Maria Lazzari, deportata in Germania e morta nel campo di concentramento di Bergen Belsen, non si sarebbe mai aspettata che le venisse intitolata una scuola e invece, ecco che nel 1969, in via Curzio Frasio 27 a Dolo, nel cuore della Riviera del Brenta, rinomata dimora estiva dei nobili veneziani, viene progettato l’Istituto Tecnico Commerciale Statale che prende il suo nome.
La struttura è un’imponente e originale opera realizzata dalla provincia di Venezia su disegno dell’ architetto Valeriano Pastor, docente di Progettazione Architettonica e successivamente Direttore dello stesso Dipartimento presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia.
A prima vista, potrebbe sembrare un enorme cubo di cemento armato, ma un occhio più attento e professionale non può che ammirare le linee pulite e funzionali di una struttura tipica degli anni Settanta. A cornice dell’edificio, c’è un vasto polmone verde con panchine per un sano momento di relax.
L’istituto ha un indirizzo tecnico commerciale, articolato in quattro indirizzi: Amministrazione finanza e marketing, Relazioni internazionali per il marketing, Sistemi informatici ed amministrativi, Turismo; tuttavia, tra i suoi numerosi progetti, da sempre valorizza il settore sportivo, nelle sue diverse forme: pallavolo, pallacanestro, arrampicata, scherma, nuoto, voga, per
citare solo alcuni esempi, sia come forme di rispetto della libertà, della dignità umana e del diritto alla salute, come garantito dalla Costituzione italiana, sia come momento di aggregazione sociale e condivisione dell’obiettivo.
La squadra che scenderà in campo è solo una delle “parti” della grande macchina organizzativa che lavora “dietro le quinte”
al fine di realizzare al meglio il torneo sportivo. Sono inoltre coinvolti docenti, studenti e personale scolastico che si mette a disposizione per garantire il regolare andamento delle attività.
Partecipare a questo torneo ci fa vivere un senso di appartenenza che talvolta dimentichiamo limitandoci a guardare il
piccolo delle nostre realtà locali; la Reyer è una realtà sportiva di cui essere orgogliosi e in cui riconoscersi; la molteplicità dei suoi protagonisti non solo ci aiuta a superare le diversità di cui talvolta abbiamo paura, ma anche ad accettarle come ricchezza.
Allora ecco che grazie alla Reyer School Cup, ci sentiamo più forti, più uniti, al di là dal risultato.
Siamo in fermento per la nostra squadra, la vogliamo sostenere, brucianti di quella “febbre” portatrice sana di uno spassionato typhos che ci porterà ad urlare: FORZA LAZZARI
Articolo e foto di Onaci George