Reyer School Cup: la presentazione del Liceo Fermi di Padova

fermi

Liceo Fermi: dallo spazio al parquet
Ogni opportunità è una sfida

Giovedì pomeriggio, in pieno febbraio e con interrogazioni e verifiche a raffica: lo studio chiama. Dodici studenti lasciano squillare, risponderanno più tardi. In quell’istante sono in campo a sudare, nonostante il freddo invernale. Palloni in mano, si lavora per preparare la partita al meglio, cercando di dare il meglio, aspettandosi il meglio. Si tratta della squadra di basket del Liceo Scientifico Enrico Fermi di Padova, dodici ragazzi che si sono messi in gioco per portare a casa la “Reyer School Cup”.

Sì, “mens sana in corpore sano”: il nostro istituto si distingue sempre. Recentissimi sono i successi nelle competizioni “ZeroRobotics” e “NaoChallange”, ma la bacheca è satura di trofei d’ogni tipo, dalla matematica all’atletica leggera. Lo sport è parte integrante della scuola e i dodici temerari pronti a sfidare il freddo lo dimostrano appieno.

Per rompere il ghiaccio, si sono presentati per nome, cognome, età, altezza, squadra di appartenenza e squadra del cuore:

“Raffaele Bianchi, 19 anni, 1.83, Vigodarzere e L.A. Clippers”;
“Giacomo Ruvoletto, 18 anni, 1.86, Noventa, Cleveland Cavaliers”;
“Luca Lazzarini, 19 anni, 1.75, Noventa, Chicago Bulls”;
“Matteo Scarbini, 16 anni, 1.72, Petrarca, Houston Rockets”;
“Alessandro Luise, 17 anni, 1.90, Petrarca, Lakers”;
“Giovanni Desiderati, 17 anni, 1.80, Petrarca, Castagnara Basket” (battendo la mano sul petto);
“Ruggero Rigodanzo, 17 anni, 1.80, BAM, Oklahoma”;
“Carlo Garbo, 17 anni, 1.82, Petrarca e Petrarca… Sono molto fedele”;
“Leonardo Ceccato, 18 anni, 1.93, attualmente svincolato, nessuna preferenza particolare”;
“Roxel Fouego, 17 anni, 1.82, Arcella, Chicago Bulls”;
“Andrea Ragazzo, 16 anni, 1.75, Piovese (Piove di Sacco), GS Warriors e Reyer”;
“Alessandro Tognon, 16 anni, 1.78, Roncaglia, Virtus Padova”.

Bisogna poi aggiungere all’elenco l’allenatore, Pietro Zannon (classe 1993) e il suo vice, Marco Vio (classe 1996), entrambi per altro ex-studenti dell’istituto.

I fantastici dodici si sono poi concessi ad altre domande, prima di tornare al loro lavoro

“E’ la prima volta che partecipate alla competizione?”
In coro hanno specificato che una parte della squadra ha già militato nella Reyer School Cup l’anno passato, ottenendo un risultato migliorabile ma buono. Le nuove entrate, invece, sono ansiose di mettere in mostra le loro abilità.

“Com’è nata la passione per il basket?”
Raffaele ha sostenuto che essa non è altro che lo spirito hegeliano che prende coscienza di sé, gli altri, molto più umani, hanno raccontato del loro primo incontro con la palla arancione come di un qualcosa di casuale o voluto dai genitori, ma tutti hanno detto subito “amore a prima vista”.

“Allenamenti canonici, allenamenti a scuola e studio… Sono impegni considerevoli, riuscite a gestire tutto?”
Giovanni, fattosi portavoce, ha detto: “E’ dura, talvolta capita anche di prendere un brutto voto e spesso per via dello studio siamo costretti a ridurre il tempo libero, ma è una nostra passione e ci crediamo, quindi ne vale la pena!”.

Tanto entusiasmo non poteva che portare alla seguente domanda: “Vedete il Basket nel vostro futuro? Magari come professionisti o allenatori?”
I volti si sono fatti perplessi: in effetti, ci rivelano i giovani cestisti, “non è così facile riuscire a sfondare o a far carriera”. Ma di certo non molleranno facilmente la loro passione e non limiteranno alcuna possibilità: chissà cosa riserva loro il futuro…

“Oltre al basket, cosa pensate di fare dopo il liceo?”
Qualcuno ha mostrato un po’ di incertezza, altri sono andati sul sicuro: medicina, Chimica, Ingegneria. Insomma, niente di più facile…
Ma di certo non saranno un problema per questi ragazzi. Forza di volontà e spirito di sacrificio sono per loro dei dogmi e dei princìpi cardine che faranno la differenza nella Reyer School Cup e, soprattutto, nella vita. Dodici persone che rappresentano appieno il Liceo da cui provengono e le mille persone che ne fanno parte. Mille tifosi pronti a fare il tifo e a supportarli in questa piccola, o forse no, avventura.

Luca Castelli e Edoardo Lombardi

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