IL GRITTI PRONTO A FARE CENTRO

“Tun”. “Tun”. “Tun”.

Suono associabile a molte cose. Eppure, ne siamo sicuri, in questo momento lo state collegando ad un rumore ben preciso. No? Vi diamo un indizio: è il rimbalzo di qualcosa.. qualcosa di sferico, color arancio.. proprio quello, sì: un pallone da basket.

“Tun-tun”. “Tun-tun”.  “Tun-tun”.

Questo, invece? Chiaro.. questo è il battito di un cuore.

Che cosa avranno mai in comune? Beh, si parla di basket, no? E che cos’è il basket? “Un gioco”, starete pensando. Sì, lo è, ma non finisce qui. Per alcuni, il basket è molto di più. Ne sono una dimostrazione i nostri ragazzi che, nonostante le difficoltà, continuano a perseverare per raggiungere il loro obiettivo. Gli alunni del quinto anno, infatti, sono impegnati nei vari stage lavorativi e capita, quindi, che, a volte, possano non essere presenti agli allenamenti.

Questo, però, non li ferma! C’è chi, ormai, è in squadra da diverso tempo, primo fra tutti il capitano Dal Molin Alberto, con il numero 7. Ma, insieme a lui, anche Schiavon Diego #1, Antonello Lorenzo #4, Fiorin Filippo #6, Baruzzo Marco #9, Zecchin Lorenzo #11 e Balliato Enrico #12 non perdono occasione per migliorarsi sempre di più e dare dritte e consigli ai nuovi arrivati, come Vacillotto Filippo #2, Scattolin Matteo #3 e Carraro Gianluca #5. Quest’anno abbiamo, inoltre, il piacere di avere in squadra anche Betteto Niccolò #10 (che, a causa di un infortunio, non aveva partecipato alla sua prima stagione nel 2017) e Colorio Mattia #8 (presente già dall’anno scolastico 2016/2017, che lo scorso anno non è stato con noi, perché impegnato nello scambio culturale scolastico negli Stati Uniti d’America).

Insomma, una squadra di ragazzi di età ed esperienze diverse, ma con in comune una passione: il gioco del basket. D’altronde, il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni. E i nostri ce la mettono tutta, nelle partite, come negli allenamenti, ed è proprio per questo che meritano appoggio. Un appoggio che proviene dall’Istituto Gritti e dai vari professori coinvolti nella Reyer School Cup (quali le professoresse De Faveri Monica e Ferrarese Anna), ma anche dalla squadra delle Chearleaders (vincitrici, lo scorso anno) o dal tifo (altro vincitore dell’anno passato). Un appoggio che, addirittura, hanno la fortuna di ricevere direttamente dalla stessa Società Reyer che, per esempio, ha finanziato la ristrutturazione della nostra palestra. Ma, soprattutto, un appoggio reciproco, scambiatosi tra i giocatori che, tra una stretta di mano e una pacca sulla spalla, si fanno forza a vicenda e lo dimostrano su quel campo.. quando è vuoto e l’allenamento è finito male perché no, non è stata una bella giornata. Ma anche quando è pieno delle urla, dei fischi e delle trombe. Pieno di quella tensione mista ad adrenalina, che lascia sul filo del rasoio fin quando non suona il fischio di inizio e tutto diventa più semplice. Perché loro sono lì, in campo, per giocare la loro partita, che sia la finale o un match ordinario. E’ sempre “la” partita: mai “una” qualunque. Perché, in quel momento, quando la liscia superficie di parquet stride per il rumore delle scarpe e il canestro si avvicina, tutto intorno sembra diventare offuscato..

“Tun”. “Tun”. “Tun”.

“Tun-tun”. “Tun-tun”. “Tun-tun”.

Questi due suoni si mischiano e viaggiano all’unisono in una corsa che, come quella della vita, è destinata ad un solo obiettivo: fare centro.

Con l’inizio di questa nuova stagione (precisamente nella prima fase, la Qualification Round, venerdì 1/03/2019), auguriamo ai nostri ragazzi di fare centro, non solo nelle partite, ma anche nel lavoro di squadra, nella forza di volontà, nel rispetto. Siamo sicuri che ci faranno sognare, correndo con quel pallone in mano, dalla forma sferica, proprio come quella del mondo. Perché questo è il basket, per loro: il loro mondo. E se riusciranno a trasmettercelo ancora una volta, allora i numeri non conteranno più così tanto: perché avranno segnato il canestro più importante di tutti. E vinceranno.

Ma le parole hanno un limite.. i fatti no. Noi siamo pronti. Noi ci siamo. Vi aspettiamo in campo, nella sfida dell’unico sport che tende al cielo.

 

Maria Vittoria Desole