REYER SCHOOL CUP: IL BRUNO-FRANCHETTI GIOCA PER LA MAGIA

Giordano Bruno e Raimondo Franchetti, due licei storici a Mestre dove si sono formate intere generazioni di persone, alcune delle quali diventate anche molto famose, come l’ex coach della nazionale di basket ed attuale assistant coach dei San Antonio Spurs Ettore Messina. Dal 2013 un’unica realtà, che nelle due sedi di Corso del Popolo e via Baglioni comprende più di mille studenti dai molteplici interessi, che la scuola cerca di soddisfare con i suoi indirizzi, i potenziamenti e le attività extracurricolari. Tra queste non possiamo non nominare la Reyer School Cup, la quale negli ultimi anni ha acquisito un’incredibile risonanza, negli ambienti scolastici e non. Il nostro istituto non solo ha partecipato con grande entusiasmo, ma è fiero di essere riconosciuto il campione in carica da tre anni a questa parte. Tra i suoi numerosi studenti molti praticano uno sport a livello agonistico, però questa iniziativa non coinvolge solo i cestisti o gli sportivi in generale, ma tutti. La Reyer School Cup implica per noi una partecipazione a 360 °: giocatori e coach ovviamente, ma anche tutti coloro che lavorano per produrre articoli, video, striscioni, i ragazzi del tifo e i professori incaricati di accompagnarci a vedere le diverse partite. Spesso tutto ciò richiede un serio impegno, ma lì, sugli spalti, acclamando tutti insieme: “Dai ragazzi noi ci crediamo” tutto questo svanisce e viene sostituito da un forte senso di appartenenza e soddisfazione.

Per quanto riguarda la squadra, questo è un anno di cambiamenti. Tre protagonisti della scorsa edizione mancano all’appello: il cecchino Ciaramella, “Mike” Antelli e il professore e coach Massimo Centenaro. Ma nuovi elementi altrettanto validi sono pronti a rendere onore al nostro team e al nostro istituto: subentra nel ruolo di allenatore l’espertissimo professor Francesco Galazzo, che precedentemente preparava i ragazzi dell’istituto Galilei di San Donà e che è già pienamente inserito e sempre pronto a spronare i suoi studenti. Invece, a lottare in campo, troviamo 14 agguerritissimi e abilissimi cestisti: Sebastiano Gaudio, Luca Camporese, Francesco Porzionato, Luca Pagani, Elias Laurenti, Alberto Bedin, Matteo Tagliapietra, Francesco Brancalion, Andrea Sparagna, Mariano Reginato, Giovanni Bettiol, Francesco Mantovani, Nicola Marinelli, Teodros Barbiero. Ragazzi con grande carattere nel gioco e al di fuori, che non usano però la loro personalità per prevaricare l’uno sull’altro, ma per rendere ancor migliore il gioco di squadra.

Insomma, studenti che sanno sia tenere testa all’alto livello di preparazione richiesto dalla nostra scuola sia coltivare la loro grande passione. Un connubio non sempre facile, che richiede grande versatilità e grande impegno. È questo d’altronde che i nostri docenti ci insegnano: la solerzia e l’interesse per le loro materie certo, ma anche la dedizione e la forza di volontà nel continuare tutte le nostre attività extrascolastiche con successo. L’unione di questi due mondi, l’educazione e le nostre passioni, è forse il motivo principale per cui il nostro istituto partecipa con immenso trasporto alla Reyer School Cup. Essa infatti ha come principale obiettivo proprio una visione diversa della scuola, o meglio, l’intenzione di far brillare giornate che a volte, per quanto possa piacerci ciò che studiamo, appaiono tutte uguali e un po’ grigie. Se ci chiedessero perché il Bruno-Franchetti partecipi a questo torneo, la risposta sarebbe senza ombra di dubbio questa: per le emozioni. Ma chiariamolo: non si parla di emozioni eccessive, che possono quasi diventare negative. Si parla di emozioni sane, di quelle che ci fanno crescere, che da grandi raccontiamo ai nostri figli come significative nei nostri anni da liceali. La voglia di unirsi per un obiettivo comune, di condividere il più possibile con gli altri, di giocare bene non per particolari tornaconti, se non quelli della autostima e dell’ammirazione dei propri compagni, di arrivare più avanti che si può e, perché no, la voglia di vincere. Non sminuiamo questa competizione tra istituti, non pensiamola solo come un torneo tra ragazzi: è il simbolo che la crescita e l’istruzione non sono solo tra i banchi, ma in tutto ciò che ci stimola ogni giorno a migliorare, ad imparare qualcosa in più. Perché giocare la Reyer School Cup? Per questo particolare tipo di magia.

Francesca Mantovan e Allegra Altea Tonon