Mano a mano che ci si avvicina alla palestra diventa sempre più chiaro cosa stia avvenendo all’interno. Scricchiolii di scarpe di gomma sul parquet, la voce del professore, il rumore dei palloni contro il pavimento e contro il tabellone, le risate e gli scherzi tra compagni nei momenti morti. Indovinate? Basket. È la nostra squadra che si prepara per la prossima tappa della Reyer School Cup. Guardo l’allenamento e aspetto il professor Galazzo: oggi sarà lui il protagonista. I ragazzi sono senza ombra di dubbio il fulcro di tutta l’iniziativa, ma non bisogna sottovalutare il ruolo fondamentale ricoperto dall’allenatore. E finalmente è arrivato il momento di sentire cosa ne pensa lui, espertissimo di basket (allena delle squadre anche al di fuori dell’ambiente scolastico, ndr).
E domande siano!
“Per lei questo è il primo anno d’insegnamento presso il liceo Bruno-Franchetti. Il primo approccio con i ragazzi della squadra com’è stato? C’è stato feeling da subito o è stato necessario un po’ di tempo?”
“Devo essere sincero: c’è voluto un po’ di tempo. Venivano da tre anni con un’organizzazione diversa, con un insegnante a cui erano e sono legati da ricordi indelebili. Non è perciò stato automatico entrare in sintonia con la squadra, ma ora, con chi più con chi meno, si è creato davvero un bel rapporto.”
“Essere allenatore di una squadra per tre volte vincitrice della coppa, dalla quale ci si aspetta molto, non deve essere facile: quali sono le sue sensazioni al riguardo?”
“La vivo un po’ come la vivono i ragazzi: giocare partite di così breve durata con i favori del pronostico è la cosa più difficile, perché da un lato si ha l’ansia di riconfermare il proprio valore, dall’altro tutte le altre squadre danno il massimo per battere la squadra dei pluricampioni. Un ultimo aspetto è che quando si è i favoriti se si vince “è normale”, se si perde per qualcuno può diventare un fallimento.”
“Nella prima tappa ci siamo messi alla prova e ci siamo scontrati con altre squadre. Cosa pensa del livello di gioco?”
“Il livello generale degli altri giocatori della tappa è molto molto alto. Sia dal punto di vista individuale che di squadra la qualità del gioco ha superato le mie aspettative. Per quanto riguarda i nostri ragazzi lo standard è davvero buono. Manca qualche elemento di spicco rispetto agli anni scorsi, ma si può compensare bene con un maggiore gioco di squadra.”
“La tappa si è comunque conclusa positivamente per noi, che abbiamo superato questa prima prova, anche se al secondo posto. Ci dica la sua opinione al riguardo.”
“La cosa di cui sono più contento è che siamo passati, perché non era facile. Dopo aver rotto il ghiaccio con il Pacinotti infatti, i ragazzi hanno sofferto tantissimo la tensione della partita contro lo Stefanini, come si è visto nei primi 10 minuti di blocco. Dopodiché la squadra si è resa conto che mancava chi “togliesse le castagne dal fuoco”, come spesso faceva l’anno scorso Ciaramella, ed ha incominciato a rispondere. Non è bastato purtroppo per passare la tappa al primo posto, ma sono davvero soddisfatto della reazione avuta nell’ultima partita contro il Parini.”
“In cosa secondo lei si può e bisogna migliorare?”
“Bisogna migliorare in attenzione difensiva: è necessario comprendere i punti di forza degli avversari e provare a smontarli. Inoltre, si deve giocare non tanto individualmente, ma creare più gioco di squadra, più movimento per non dare punti di riferimento all’altra squadra. “
“Quali sono invece i nostri punti di forza?”
“Abbiamo una batteria di lunghi di ottimo livello per questo campionato. A questo si aggiunge che abbiamo molti giocatori poliedrici, che eccellono in diverse cose, che sanno tirare, penetrare, difendere, palleggiare, fare contropiede. “
“Quali sono le sue aspettative per la prossima tappa?”
“L’unica mia aspettativa è quella di far vedere che giochiamo a basket come si deve. Poi, ovviamente, si può vincere o perdere, perché (per fortuna) in questo gioco ci sono anche gli avversari, ma l’importante è andare in campo, non dare nulla per scontato e far giocare i ragazzi al 100%.”
“Cosa dirà ai ragazzi prima di giocare?”
“Dirò loro le stesse cose che ho detto prima della prima tappa: che tutti giocano per battere i campioni, che devono essere orgogliosi di giocare per il liceo Bruno-Franchetti e che devono giocare a pallacanestro soprattutto per divertirsi e raggiungere un obiettivo insieme.”
Inutile dire che nel professore si notano benissimo diverse cose: una visione d’insieme e razionale della faccenda, l’esperienza nel campo (letteralmente) e fermezza e determinazione che devono essere costanti per chi è del mestiere. Tutte caratteristiche che sicuramente ci aiutano nell’affrontare la prossima sfida: la Reyer Madness. Per noi L’ appuntamento sarà martedì 27 Marzo, presso la Palestra del Liceo Galilei, a Dolo. Si sfideranno 6 squadre, ne passerà una sola: la tensione è alle stelle.
In attesa di questo evento, credo che le parole migliori da dire siano proprio quelle del professor Galazzo:
tutti giocano per battere i campioni.
Ma ci riusciranno?
Che vinca il migliore.
Francesca Mantovan