IL TALIERCIO NON PASSA MAI DI MODA

Nei pochi anni che costituiscono la breve vita di noi studenti, di tendenze ne abbiamo viste tante nascere e tante passare. Abbiamo visto passare di moda le winx e lo Yu-Gi-Oh. Abbiamo visto la fine del gameboy, del nintendo, della wii, del tamagotchi. Abbiamo visto concludersi l’era degli emo e dei Tokio Hotel. Abbiamo visto passare di moda il ciuffo alla Justin Bieber, Camwow e Retrica. Tutti quanti, chi più chi meno, abbiamo avuto le nostre fisse, le nostre mode momentanee. Da cinque anni a questa parte però quella che sembrava una moda passeggera è diventata una sorta di must. Quella che il primo anno era una squadra scolastica come tutte le altre, ora è la veterana di questo torneo. Eccoci, il Bruno-Franchetti,  ancora, ad Aprile del 2019, per la quinta volta al palazzetto Taliercio. Eccoci, tra 48 scuole tra i primi 4, di nuovo, pronti per un’altra battaglia, per vivere di nuovo le final four.
Le quattro edizioni precedenti ci hanno visti tornare a casa vincitori. Un grande merito certo, ma anche un grandissimo onere per i nostri giocatori: non c’è solo un trofeo da difendere, ma una vera e propria tradizione. Questo è da un lato motivo di grande tensione per i nostri ragazzi, dall’altro però è uno stimolo continuo per spingersi sempre oltre, per metterci qualcosa che non c’entra con il talento e spesso neanche con l’allenamento: la passione. Passione che non è mai da sola, bensì  accompagnata da cinque anni da spirito di squadra e senso di appartenenza. Il tutto mescolato a quello che è un po’ il lato magico della Reyer School Cup: non c’è l’irraggiungibile atleta professionista in campo, ma il proprio compagno di classe, o al massimo di scuola, che a fine partita si gira verso la curva e saluta. Non esiste il giudizio né la critica se non costruttiva, perché si ha di fronte qualcuno come noi. L’atmosfera che si crea non ha rivali e non può averne. È sportività nel vero senso della parola.
Elementi non da poco, che hanno sempre permesso ai nostri studenti di scendere su quel parquet con la consapevolezza che, nel bene o nel male, si ha dato tutto, e di metterci sempre grinta, coraggio, forza di volontà.  Come l’anno scorso eviteremo ipocrisie e lo diremo chiaramente: l’obiettivo rimane vincere. Ma a che pro senza potersi poi voltare alla fine verso gli spalti trovando sguardi complici? A che pro se la gioia non si potesse condividere? La felicità è reale solo quando è condivisa, si dice. Beh, la Reyer School Cup pure.
Forza ragazzi!
Francesca Mantovan