Mogliano Veneto, vuol dire Liceo Berto!

CUORE E GRINTA
IL LICEO BERTO SI PRESENTA
Siamo giunti alla nuova edizione della Reyer School Cup e gli studenti del Liceo Berto sono pronti
per l’inizio di questa competizione che vede tutti gli alunni dell’istituto coinvolti in prima linea.
Il progetto promosso dell’Umana Reyer Venezia, ormai giunto alla sua quinta edizione, coinvolge le
scuole superiori delle provincie di Venezia, Treviso, Padova e da quest’anno anche quelle di
Belluno.
Iniziato in sordina nel 2013, ha visto una partecipazione sempre maggiore di istituti scolastici, a
dimostrazione della validità dell’iniziativa: a differenza, infatti, di tutti gli altri tornei e campionati
sportivi proposti, che vedono solo una minoranza di studenti partecipanti, la Reyer School Cup è
riuscita a conquistare l’interesse di tutti gli studenti (sportivi e tifosi) e degli insegnanti.
I docenti vedono in questa iniziativa un mezzo che concorre ad educare i giovani: lo sport viene
visto sia come competizione ma soprattutto come strumento valido ad insegnare la convivenza fra
le persone (coetanei, professori), a collaborare tutti per un progetto comune, la squadra, dove il
risultato finale è frutto dell’impegno di tutti e non esistono le individualità; ancora, abitua al rispetto
delle persone – gli avversari- sia in campo che fuori, dove una sana tifoseria è sempre avulsa da
quegli eccessi che spesso si è abituati a vedere nelle manifestazioni sportive di tutti i giorni.
Lo sport insegna anche a perdere e la sconfitta deve essere però lo stimolo all’analisi degli errori
ed al tentativo di correggerli, modalità di comportamento che saranno utili nello studio e successivamente
nella vita.
Il nostro istituto ritiene lo sport come modello di crescita in quanto quest’ultimo si basa su due pilasti
fondamentali: onestà e lealtà. Viviamo in un’epoca e in un’età in cui si fatica a convivere con
le regole, a rispettare le altre persone, a non criticare e a formare un gruppo coeso che metta in
luce tutte le nostre potenzialità. Praticare uno sport significa sottoporsi ad allenamenti costanti e
quindi a sviluppare lo spirito di sacrificio ed il carattere di ognuno.
Principio cardine del basket infatti è il fair play che indirizza il ragazzo a compiere giuste azione e a
relazionarsi con rispetto verso l’altro e in particolare verso l’avversario.
Nella nostra scuola inoltre questa iniziativa aiuta ad unire professori ed alunni: dietro i banchi di
scuola si è sempre soliti distinguere queste due figure, ma questo progetto permette di poter instaurare
un rapporto tra alunno e docente che va al di là della prestazione scolastica e ne permette
il confronto senza la subordinazione dei ruoli.
Il progetto richiama anche l’interesse di tutti gli studenti, non solo dei giocatori. Infatti ad allenare
ed a stimolare i ragazzi non sono gli insegnanti bensì gli stessi studenti o ex alunni che si impegnano
settimanalmente a dare il proprio supporto tecnico alla squadra.
Nella realizzazione del progetto si vedono impegnati in primo luogo i giocatori che scendono sul
parquet per tener alto con grinta e determinazione il nome del Liceo Berto durante tutte partite.
L’organizzazione dell’evento prevede altre figure di studenti che collaborano alla riuscita della
manifestazione con differenti ruoli: i responsabili della comunicazione che curano i rapporti tra
l’Umana Reyer ed il Liceo Berto attraverso la realizzazione di video di presentazione, comunicati
stampa, brevi interviste e sintesi e commenti delle partite; la tifoseria a cui è deputato il compito di
realizzare striscioni e cori per sostenere la squadra durante tutti gli incontri e il gruppo delle cheerleader
che si allenano per creare coreografie composte da elementi di danza, ginnastica e aerobica
per incoraggiare la squadra sul campo di gioco.
Le motivazioni che stanno alla base del successo della Reyer School Cup esaminate nell’articolo
spiegano l’entusiasmo con cui questo evento è stato accolto dal Liceo Berto indipendentemente
dai risultati tecnici che saranno ottenuti e che si riassumono nel motto olimpico “l’importante è
partecipare”.

 

Margherita Vianello
Caterina Rossi